Mauro Cratassa, classe ’64, si avvicina all’handbike nel 2006. Nel 2011 il primo bronzo Mondiale a Roskilde (Dan), oro e argento in due tappe del circuito europeo dello stesso anno, successivamente con la Nazionale Paralimpica Italiana, nell’ultima prova di Coppa del Mondo svoltasi a Matane in Canada, porta a casa l’ oro nel “Team Relay” e sempre con la Nazionale partecipa alle Paralimpiadi di Londra 2012.
A settembre 2013 conquista la Maglia Rosa sul Podio Mondiale della finalissima nel Giro d’Italia di Handbike svoltasi a Firenze durante i Mondiali di Ciclismo “Toscana 2013”.
(F)Mauro, sei un Campione oramai di questa disciplina, hai voglia di raccontarci brevemente i tuoi esordi con l’Handbike
(M)Ho iniziato l’attività ciclistica amatoriale nel 2004, dal 2008 faccio parte della società A.S.D. Vitersport di Viterbo. Nel 2009 ho iniziato a gareggiare in competizioni importanti classificandomi primo al campionato italiano a squadre a Desenzano del Garda e a Pescatina. Nel 2010 mi sono classificato al primo posto al campionato italiano a squadre nelle gare di Reggio Emilia, di Fossano e di Viterbo.
Da Giugno 2010 faccio parte della squadra Nazionale Paralimpica di Hand-bike, e mi sono classificato all’ottavo posto al campionato mondiale di Segovia (Spagna).
Sempre nel 2010 ho vinto i campionati italiani assoluti con record italiano assoluto a San Polo di Piave in provincia di Treviso. Nel 2011 ho vinto due titoli italiani e sono arrivato terzo ai mondiali in Danimarca.
(F)La prima volta che ti sei cimentato in una competizione “importante” e le prime vittorie, come ti sei sentito?
(M)Sai Fabio, ero emozionatissimo ed al mio primo vero evento importante mi sono ritrovato a competere con grandi atleti a livello internazionale, soltanto li ho capito che mi sentivo davvero pronto per affrontare la gara con grinta, coraggio e un pizzico di emozione.
(F)Hai avuto modo di confrontarti con atleti di nazionalità differenti, trovi ci siano preparazioni diverse rispetto l’Italia?
(M)La preparazione per noi atleti di handbike è molto soggettiva perché ognuno di noi ha lesioni differenti, e spesso necessita di una preparazione studiata appositamente, questo vale per tutti in ogni categoria, anche per gli atleti delle altre nazioni, quindi in definitiva diciamo che strutturalmente parlando ci sono diversi tipi di preparazione.
(F)Come reputi la scena paralimpica Italiana in questo momento rispetto a quella internazionale? Ci sono abbastanza manifestazioni che valorizzano gli atleti ed il territorio?
(M)Devo dirti che per il momento la scena paralimpica Italiana è la numero uno a livello Internazionale.
In Italia non ci sono altre Manifestazioni che valorizzino noi atleti come il Giro d’Italia di HandBike. Ci terrei in maniera particolare a ringraziare sentitamente voi organizzatori del GIHB, perché – per fortuna – grazie a voi ora abbiamo una Manifestazione dimostrativa tutta nostra dove poterci confrontare nelle varie Tappe e soprattutto, far conoscere e valorizzare territori inesplorati del panorama italiano
(F)Hai sempre partecipato sin dal primo anno al Giro d’Italia di HandBike, competizione unica che offre ai partecipanti la possibilità di vestire l’ambita MAGLIA ROSA, cosa ne pensi di questa manifestazione? Un tuo parere tecnico: che consiglio vorresti dare agli organizzatori per migliorarla?
(M)Ho sempre partecipato al GIHB in quanto ho sempre sostenuto che questa manifestazione sia da rispettare e supportare con la nostra presenza in quanto dopo il Campionato Italiano di Società E’ L’UNICA MANIFESTAZIONE CHE CI RAPPRESENTA a livello Internazionale, si parla parecchio di GIHB anche all’estero.
Basta soltanto pensare che prima, per gareggiare in qualche manifestazione, dovevamo aspettare di essere invitati a qualche maratona, mentre adesso abbiamo una competizione di tutto rispetto che ci permette di vestire l’ambitissima MAGLIA ROSA. Maglia da conquistare e tutta nostra!
Rispetto alla domanda sul parere tecnico… non ho più consigli da dare a voi organizzatori, in quanto – rispetto ai primi anni – siete riusciti a migliorare in parecchie cose, anche perché – ci terrei a sottolineare – che non deve essere di certo facile ogni anno riuscire a regalarci un GIHB sempre nuovo, non è di certo cosa facile organizzarlo e non è da tutti, quindi ANCORA UNA VOLTA RINGRAZIO VOI PER AVERCI REGALATO QUESTA BELLISSIMA MANIFESTAZIONE.
(F)La Tappa che ti è piaciuta di più e perché?
(M)La Tappa che mi è piaciuta di più nella passata edizione è senz’altro SAN MARTINO DI LUPARI. Mi ha subito colpito l’accoglienza strepitosa la cornice del paese colorato di rosa lungo il percorso e l’ospitalità degli Organizzatori locali nei confronti di noi atleti. Davvero tutto eccellente; mi hanno lasciato senza parole.
(F)Che opportunità ha offerto il Giro d’Italia di HandBike al movimento paralimpico? E soprattutto che visibilità ha dato al paraciclismo ed alla disciplina dell’handbike?
(M)Una in particolare? Beh…basta pensare come, ad esempio, proprio grazie al Giro d’Italia di Handbike, un commissario tecnico della Nazionale si possa trovare facilitato nella scelta degli atleti, in quanto proprio guardando i risultati del GIHB ha modo di conoscere e valutare meglio gli atleti e la loro preparazione. Due elementi di spicco, che ha saputo darci il GIHB, sono anche la visibilità e la valorizzazione di questa disciplina. Ci è stata data la possibilità di farci vedere e conoscere in tutta la nazione ed è anche grazie ad Alex Zanardi, apripista di questa disciplina, se oggi tutti ne parlano.
(F)In Italia, da 4 anni a questa parte, proprio grazie al GIHB si parla molto di più di Handbike, a differenza di altre nazioni dove questa disciplina la valorizzano già da tempo, cosa vedi nel futuro dell’Handbike?
(M)Vedo sicuramente un futuro “roseo” per questa Manifestazione, merito dell’immagine e del lustro che state dando alla Nazione con il GIHB.
Grazie a voi il numero di atleti e società sportive che praticano handbike stà crescendo sempre di più in ogni regione.
(F)Tantissime persone seguono le tue gesta e ti seguono da casa, molti di loro sono persone che ancora non praticano uno sport e che pensano di non avere possibilità nel poterlo praticare. Le tue parole potrebbero aiutare qualcuno di loro ad avvicinarsi e prendere coraggio proprio nel praticare l’Handbike. Vorresti dire due parole a chi ti segue e magari riuscire a spronarlo a provarci ?
(M)Spero che leggendo queste mie parole qualcuno possa essere più coinvolto nel volerci provare; io stesso, quando ancora non conoscevo questo sport, sono sempre stato incuriosito, poi un giorno ho visto l’handbike ed ho pensato: “bene.. mi divertirò nei weekend”. Successivamente ho provato a disputare la mia primissima Maratona e arrivai primo, ma in quel momento mi sono detto “magari sono arrivato primo soltanto perché non c’era nessuno”, ed invece dall’adrenalina che avevo non mi ero accorto che avevo tagliato il traguardo sbagliando strada.
L’adrenalina di quel momento è quella che provo tutt’oggi ogni volta che taglio la linea del traguardo. Credetemi è da provare!
(F)Ti abbiamo visto in ogni competizione accompagnato da tua moglie, persona simpaticissima che conosciamo bene e tifa sempre moltissimo per te. Quant’è importante la vicinanza ed il supporto della famiglia per te nello svolgimento di questa disciplina?
(M)La famiglia è fondamentale per noi atleti. Ringrazio mia moglie Lucia, figura importantissima per me, è grazie a lei – che mi sta sempre a fianco e che mi incita in ogni competizione – che cerco di arrivare primo. Cristina è sempre con me e tifa per me ad ogni passaggio.
(F)Siamo prossimi alle festività natalizie vuoi fare un augurio a tutti i tuoi colleghi?
(M)Ragazzi, Auguro a tutti Buon Natale ed un 2014 pieno di vittorie! Nella speranza di incontrarci nuovamente presto sui percorsi di gara.
(F)Mauro, ti ringraziamo per la bella intervista e ti aspettiamo alla prossima Edizione del GIHB.
(M)Grazie a voi ed “in bocca al lupo” per la nuova edizione.
Fabio Pennella