Paolo, questa edizione del Giro d’Italia di HandBike ti ha portato fortuna, sei riuscito a conquistare l’ambitissima Maglia Rosa, cos’hai provato quando hai indossato la Maglia?
Fin dalla prima volta che ho indossato la Maglia, cioè nella seconda tappa di Cuneo, mi sono sentito un’altra persona. Finalmente, dopo averla vista indossare ad altri, era diventata MIA! In quel momento mi sono promesso che nessuno me l’avrebbe potuta sfilare fino alla fine, e così è stato fino a Firenze dove ho indossato la maglia ufficiale della Vittoria nella mia categoria. Sono momenti indescrivibili.
Per arrivare a questo traguardo immagino tu abbia impiegato parecchia fatica, quante Tappe hai affrontato in questa edizione ? e come ti sei preparato?
La fatica è stata molta, ma ben ripagata dal risultato finale. Mi sono allenato 4-5 volte a settimana percorrendo in media 35/40 km ad uscita alternando tratti veloci a salite e discese avventurandomi anche in tratti di “superstrada” a 2 corsie, ma ne è valsa la pena. Le tappe le ho affrontate tutte sin dalla prima in concomitanza con la maratona di Roma tappa STUPENDA; Cuneo piena di partecipanti delle varie categorie; San Pellegrino Terme cittadina incantevole; Pavia percorso veloce e tecnico con cambi di direzioni e sali/scendi continui; Somma Lombardo per me è stata la più difficile per via del caldo; San Marino la prima trasferta estera del Giro molto tecnica con uno strappo in salita davvero niente male; Chiavari cittadina meravigliosa città di Vittorio Podestà percorso totalmente piano quasi da sembrare una cronometro piena di pubblico; San Martino Di Lupari bellissimo percorso tinto di “rosa”; Firenze in concomitanza dei Mondiali di Ciclismo, una esperienza che non dimenticherò mai, FANTASTICA, con il tragitto tutto transennato il pubblico che incitava, la pioggia, l’arco di arrivo – lo stesso del Mondiale – è stata un’emozione continua.
Qual è stata la Tappa che ti ha entusiasmato di più quest’anno e perchè ?
Bella domanda, scegliere non è facile ma, ripensando bene ed escludendo Firenze, che era l’ultima tappa ti dico Roma che per me è stata unica! 42km190 mt di pubblico che incitava e urlava ad andare avanti, passaggi vicino a monumenti nazionali unici al mondo che non sapevi se correre o guardare (correre correre) ci sono stati tratti disastrati ma non importa per me ne è valsa la pena, non dimenticherò mai la partenza ed arrivo in via dei Fori Imperiali accanto al Colosseo, senza dubbio una location suggestiva e di grande impatto, sono orgoglioso di aver fatto la Tappa di Roma.
Fare il Giro d’Italia di Handbike non è soltanto partecipare ad una semplice gara, ma qualcosa di più, che cos’è per te il GIRO D’ITALIA DI HANDBIKE e che cosa ha significato parteciparvi ?
Sai Fabio, dopo il mio infortunio la vita per me non è stata facile, mi sono rinchiuso nelle 4 mura di casa mia con la mia famiglia, ci sono restato per ben 2 anni lontano da tutti e da tutto, poi piano piano mi si è affacciata la possibilità di fare sport e mi sono dato all’Handbike, spinto anche da mia moglie Luciana, ho così deciso di intraprendere qualche gara amatoriale fino a giungere al Giro d’Italia di Handbike, che non è da vedere solo come attività sportiva ma anche come impegno di partecipazione e costanza in ogni tappa (salvo impegni improvvisi e problemi famigliari). Per diversi motivi, uno tra tutti, il rispetto della società sportiva di appartenenza e degli organizzatori del Giro e degli stessi atleti che vi partecipano.
Per me questo sport è, in un certo senso, la ripresa della vita, la mia vita, parteciparvi è stata come una rivincita su me stesso.
Oltre che atleta sei anche padre di famiglia, marito e lavoratore, come fai a conciliare tutto ciò?
Ho la fortuna di avere mia figlia Elena, che ha 16 anni, e mia moglie Luciana, devo dire grazie a loro se riesco a conciliare tutto ciò, mi sostengono, mi supportano, pensa che quest’anno mia figlia Elena ha addirittura lasciato a casa il “fidanzatino” per seguirmi in due tappe, sono fantastiche! Addirittura sono loro a spingermi spesso ad uscire in allenamento, a seguirmi e supportarmi in ogni mia esigenza. Da questo punto di vista mi sento davvero molto fortunato.
Affronterai anche la nuova Edizione del Giro ? e con quali obiettivi ?
Assolutamente SI! Il Giro d’Italia di Handbike prima di tutto, salvo improvvisi inconvenienti sarò presente a tutte le tappe, ma non solo, ho intenzione di migliorarmi sempre di più nelle prestazioni e nei tempi di percorrenza, punto alla perfezione, non mi accontento.
A Firenze ti abbiamo visto premiato direttamente dal tuo Sindaco, a livello locale come hanno accolto la notizia della tua vittoria ?
Fin dalla tappa di Cuneo il mio Sindaco Sandrino Aquilani, mi disse che se sarei arrivato a Firenze in maglia “ROSA” lui e gli assessori sarebbero venuti a tifare per me……e così è stato.
Sono arrivato in “Rosa” e lui è venuto a tifare, ed essendo arrivato primo sul traguardo nella mia categoria mi ha premiato lui stesso con ammirazione anche della Presidente Maura Macchi, è stato lui stesso a vestirmi la Maglia “Rosa” ufficiale, complimentandosi con l’organizzazione del Giro d’Italia di Handbike e rimanendo colpito dalle prestazioni atletiche dei partecipanti.
Lo scorso 15 di ottobre, nel mio Comune di residenza, mi hanno dato un riconoscimento ufficiale per aver portato l’ambitissima maglia “rosa” a casa, con la partecipazione dell’Assessore allo sport Pietroromolo Ferri e del direttore Regionale INAIL Lazio Architetto Antonio Napolitano Felicissimo di essere presente alla premiazione di un suo assistito. Poi il 16, un’altra grande manifestazione dall’INAIL di Viterbo, con rinfresco e targa di riconoscimento della vittoria sia a me che al Grande Mauro Cratassa, organizzata dalla Direttrice della sede la Dott.ssa Vittoria Rossi e la Dott.ssa Maria Ciciriello Assistente sociale della sede e tutti i dottori e consulenti interni, la Presidente della mia società sportiva Vitersport Paola Grispini e tante altre Autorità.
Il 17 la festa è continuata, il parroco del mio paese insieme a un referente sportivo, mio grande amico Gennaro Giardino che mi ha sempre seguito pubblicando sui giornali locali passo dopo passo ogni mio successo, mi hanno organizzato una festa con ospiti importanti, oltre alla mia Presidente Paola Grispini della Vitersport e alla Dott.ssa Maria Ciciriello assistente INAIL della sede di Viterbo ed altre società sportive, sono giunti altri riconoscimenti da parte del Tuscia Times – giornale online – che mi ha sempre seguito e non solo, riconoscimento anche dal parroco e dagli organizzatori stessi. Dunque cosa dire …. anche questo è “SPORT” ed è un modo di ritornare alla normalità di sentirsi “vivi”……. Ringrazierò sempre tutti coloro che hanno partecipato a questi eventi sostenendomi fino in fondo.
Come ti sei avvicinato all’handbike ? perchè hai scelto questa disciplina sportiva?
L’avvicinamento a questo sport e stato “diciamo” suggerito, consigliato, da 2 miei amici: il primo il “maestro” Vittorio Prosperuzzi che ancora mi spinge a migliorare e ad allenarmi costantemente, anche lui ha condiviso con me tutte le mie vittorie sentendoci per telefono a fine gara; l’altro è il Grande Mauro Cratassa atleta paralimpico che non ha bisogno di presentazioni, vincitore del Giro nella categoria MH3 e Campione Italiano su strada a cronometro. Insieme a mia moglie, Mauro e sua Moglie Lucia, abbiamo iniziato a conversare di gare e su come affrontarle. Per quanto potessi cercavo di prendere spunti preziosi da Mauro per affrontare meglio le gare, e così ho scelto l’Handbike che a mio parere è una disciplina che possono praticare tutte le persone che hanno voglia di mettere alla prova se stessi, è uno sport che ti lega moltissimo alle altre persone che praticano la tua stessa disciplina, e questo grazie al GIRO D’ITALIA DI HANDBIKE, che per noi atleti non è semplicemente un momento agonistico, ma anche qualcosa di più, è un momento conviviale, di socializzazione, è come essere in una grande famiglia, la grande famiglia del Giro d’Italia di Handbike, ci si ritrova tutti insieme con lo stesso obiettivo e la voglia di partecipare, ma ti lega anche moltissimo a molti altri come te, mogli, mariti, padri e figli, è uno sport che più lo pratichi e più ti manca.
Raccontaci qualche retroscena divertente che succede durante le Tappe. Vediamo spesso che si scherza parecchio tra gli atleti ed in ogni tappa c’è un bel clima, non solo competizione quindi.
Ci sono dei momenti incredibili sia prima che dopo le gare, quando ci si ritrova e ad esempio ci si raccontano le sensazioni di gara; i difetti del circuito; le cose che non sono andate; ci si racconta di gente che tenta di uscire dalla scia ma che si rimette subito dentro perché sente “freddo”; altri che ti saltano sopra la sbarra posteriore e altri che ti danno colpetti che neanche senti. Ma in gara …. Testa fissa avanti e sguardo serrato con un solo pensiero, arrivare davanti a quello che ha il casco del tuo colore.
L’unico aneddoto divertente, almeno per me, non so per Omar Rizzato, è stato quando a San Martino Di Lupari all’uscita di una curva che dava sul traguardo eravamo pronti alla “volata” in 4 tutti stessa categoria, quasi in linea Rizzato Omar esce forte da questa curva e si mette sul fianco destro con una faccia che ho visto dallo specchietto ma non me la dimenticherò mai, ed io tagliai per primo il traguardo in volata, anche questo fa parte delle corse, anche questo è sport.
Tra tutte le Maglie Rosa del Giro, quest’anno la vincitrice assoluta è stata ROMINA MODENA, abbiamo visto che le donne erano davvero agguerritissime, …. e voi uomini ? secondo te come siete andati quest’anno ?
Senza ombra di dubbio Romina in questa stagione ha dato una svolta alla sua carriera sportiva partecipando a tutte le tappe e vincendo la maglia “rosa” e l’ambitissimo TROFEO ASSOLUTO oltre al campionato italiano, ma non solo ho notato che anche Rita Cuccuru è molto migliorata, ma – ai me – nella sua categoria fatica parecchio per via delle bravissime Francesca Fenocchio e Claudia Schuller.
Poi ci sono le “nuove leve” quelli da cui bisogna guardarsi bene, perchè tra non molto tempo “ti faranno le ruote” come Valentina Rivoira, che è una stella nascente in questa edizione. Per quanto riguarda gli uomini, le competizioni sono sempre in aumento e ci sono sempre new entry molto valide e promettenti per quanto riguarda le categorie MH2 MH3.
Nella mia, la MH1.2, c’è un giovanissimo Fabio Marzocchi che, questo anno, sono riuscito a tenere a bada ma, in futuro, potrebbe diventare un osso duro!
Trovo che Fabio e Valentina abbiano davvero spiccato quest’anno, sono due giovanissimi da tenere d’occhio.
Tra gli scopi principali del GIRO D’ITALIA DI HANDBIKE c’è quello della PROMOZIONE SPORTIVA DELL’ATTIVITA’, cosa vorresti dire ad eventuali futuri potenziali atleti che magari ti seguono da casa e che sono ancora indecisi su che sport intraprendere ?
Rafforzi le amicizie già conosciute, legami famigliari – come ho già detto prima – mogli, mariti ,padri e figli. Legami che si rafforzano durante tutta la stagione agonistica.
Io a chiunque mi chieda pareri o opinioni su uno sport da intraprendere, è inutile dire, che consiglio l’Handbike e di partecipare al Giro D’Italia di Handbike, che ci da la giusta visibilità che meritiamo, non solo perchè è una disciplina ben strutturata, ma soprattutto perchè ti da poi la possibilità di poter gareggiare in una Manifestazione importantissima come questa a carattere Nazionale e non solo. È una Manifestazione di cui tutti ne parlano, composta da uno staff tecnico che è molto disponibile ad aiutarci in ogni nostra difficoltà. Tappa dopo tappa si forma un legame di amicizia che si rafforza sempre di più.
È una disciplina che richiede, non solo azione fisica, ma anche mentale, perchè devi sempre capire “il gioco” dell’altro o intraprendere una azione che ti porterà alla vittoria, e poi girando l’Italia con il Giro conosci gente nuova, ti confronti con altri atleti che sono come te e anche tua moglie conosce altre moglie e così via, i rapporti si intensificano, si stringono amicizie, alleanze fatte di grande competizione pulita, lealtà ed agonismo, le basi del Giro d’Italia di Handbike, che potrebbe portarti ad affrontare gli Europei e perchè no le Olimpiadi, io ci spero … chissà.
Fabio Pennella
Comunicazione GIHB