Sentire il vento in faccia, come se non pedalando? E perché non provare questa piacevole sensazione con l’handbike che regala emozioni a ogni pedalata? Li abbiamo visti i campioni mondiali Vittorio Podestà, Alex Zanardi e Francesca Porcellato sfrecciare in gara e vincere le medaglie d’oro. Ma dietro a loro anche uomini e donne, atleti di altre discipline, che amano gareggiare con questo “mezzo meraviglioso, un diamante da sgrezzare” come confida Vittorio Podestà.
Partecipare al Giro d’Italia di Handbike è una grande emozione, tappa dopo tappa. E lo è di più se si partecipa come handbikers.
Dal 2017 possono vivere questa esperienza anche i normodotati. Infatti le disposizioni nazionali prevedono che per la sola specialità Handbike è istituita una ulteriore categoria promozionale definita “Open”, maschile (MHO) e femminile (WHO); a tale categoria sono ammessi Atleti normodotati e Atleti con disabilità fisica che non rientrano nei profili definiti dai regolamenti FCI. Gli Atleti delle categorie MHO e WHO mantengono gli stessi diritti e doveri degli Atleti delle altre categorie Handbike, ivi compreso l’obbligo di sottoporsi alla visita di classificazione. Possono partecipare alle sole gare Nazionali e Regionali, contribuendo alla assegnazione dei punteggi nelle classifiche delle manifestazioni in più prove ma non possono essere ammessi alle prove di Campionato Italiano Assoluto Strada e Cronometro.
Quale il migliore modello di handbike? Si può scegliere la versione “kneebike” (seduti o in ginocchio) o “recumbent” (sdraiati).
Lo sa bene Alberto Glisoni, maglia rosa anche nella prima tappa ad Abano Terme della nona edizione del Giro d’Italia di Handbike, che come lui stesso racconta “ho deciso di provare l’handbike sia per il senso di curiosità sia per capire come ci si trova con una bici dove utilizzi le braccia come propulsione, rimanendo pochi centimetri da terra con la schiena. Certamente le prime manovellate le senti e di velocità non ne parliamo, ma con l’andare del tempo ci si modella al mezzo”.
E poi così continua: “se già assistere alle gare di Handbike e vedere come si sfreccia sulle strade e come ci si “sportella” per prendere le posizioni e a volte curve prese con la ruota sollevata non ha prezzo, quando nel circuito ci sono anche io a gareggiare il divertimento aumenta, anche se purtroppo nella mia categoria Open ci contiamo sulle dita di una mano semi amputata per stare in tema e son costretto a vincere sempre in Italia”.
E’ proprio per questo che auguriamo a tanti normodotati di poter presto sfrecciare nei circuiti a manovellare per il gusto di gareggiare e soprattutto di divertirsi.
La sempre più numerosa famiglia del Giro d’Italia di Handbike non vede l’ora di accogliere i nuovi handbikers (HO) nelle prossime tappe della nona edizione:. da Cassino a Prato, da Roccaraso a Chiavari, da Castagneto Carducci a Chiavari e la finale a Torino in ottobre.
Le emozioni sono assicurate!