La velocità la respira tutti i giorni, vivendo a Maranello. Rita Cuccuru, 35 anni, è la prima maglia rosa del Giro d’Italia in Handbike 2013 con il tempo di 1:53..43,8, categoria donne, categoria WH2. Una gara sofferta che ha lasciato Rita senza forze, che però ritornano quando ricorda quei momenti.
LA GARA. «Sono pure caduta e sono scivolata per metri. Sono riuscita a rialzarmi. E da lì la gara ha preso un’altra piega. È stata davvero combattuta. È stato difficile trovare le forze. Sarà stata la tensione della competizione, sapere di essere nel circuito della maratona di Roma. Forse ero più nervosa del solito. Tanto che all’arrivo mi sono messa a piangere, a piangere a dirotto. È stata una liberazione e allo stesso tempo ero felice per il risultato».
LA SVOLTA. «Vivevo in Sardegna, una sera stavo andando a fare la spesa ed ero in sella al mio motorino. Mia madre era morta da sei mesi e mi occupavo io della casa, di mio padre e dei miei fratelli. Un’auto mi ha investita e da quel giorno mi muovo su di una sedia a rotelle. Per la riabilitazione sono stata al centro di Montecatone, vicino a Imola».
LA SCELTA. «Niente è stato facile. Non è stato facile accettare la carrozzina, non è stato facile scegliere cosa fare. Alla fine del periodo di riabilitazione pensavo a come sarebbe stato il mio ritorno in Sardegna, ero preoccupata dall’idea di dover dipendere dai miei familiari per il mio mantenimento, per i miei spostamenti. Intanto che riflettevo sul mio futuro, una ragazza che avevo conosciuto a Montecatone mi informava della possibilità di essere assunta come centralinista in un’azienda di ceramiche a Maranello. Mi sembrava un segno del destino. Per di più la cittadina di Maranello è vicina a Montecatone e questo mi tranquillizzava circa la eventuale necessità di cure. E la mia vita è continuata in Emilia Romagna».
L’HANDBIKE. «L’incontro è stato casuale. Tre anni fa. Suonavo la tromba nella banda di Maranello. Questa banda è solita organizzare delle gite a cui partecipano suonatori e familiari. A un certo punto si voleva fare una gita in bicicletta. Ma l’idea fu messa da parte per via della mia carrozzina. Qualcuno però si ricordò di aver visto una persona di un paese vicino andare su di una strana bicicletta e disse: «Secondo me, ci puoi andare anche te». La strana bici era l’handbike di Davide Alberghini. Feci la gita e mi piacque andare su questa strana bici. Mi misi in contattato con Davide, mi iscrissi alla società sportiva e da lì non ho più smesso di andare in bici. Ho cominciato a fare qualche gara, l’anno scorso ho partecipato anche al Giro d’Italia di handbike. E domenica ho addirittura conquistato il gradino piu’ alto del podio nella prima tappa dell’edizione 2013».
Ma non mi fermo… sono pronta ad affrontare tutte le Tappe di questa incredibile nuova edizione del Giro handbike 2013.